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marzo 2016
Pagine 141
Formato cm 14,8 x 21
ISBN: 9788865374467
Categoria: Poesia

Le mani dell’anima

Variazioni in dialetto budriese



Le mani grandi e nodose di mio padre e mia madre, che un’operosità ininterrotta e partecipe aveva reso forti e versatili, incarnazioni di lucida intelligenza, di lunga memoria, di attenzione vigile e soccorrevole: quelle mani così mutevoli nel loro paesaggio fatto di nervature, rughe, fosse e fossette, nonché di vene e vasi, le immagino come la materializzazione in divenire del cervello di cui riflettevano l’enigmatica invisibile complessità. Le due mani accostate a formare una figura simile ai due emisferi cerebrali suggeriscono con plastica evidenza simbolico-espressiva il nesso ontologico con l’anima e appaiono così idealmente protese verso il cielo, come ramoscelli sconfinanti nell’azzurro profondo, protensioni dell’anima nel tempo e nello spazio delle nostre vite.


14,00

 

 
 
Rassegna stampa 1

Le mani dell'anima recensito su L'Adigetto.it

Sull'Adigetto dell'11 aprile, a firma di Massimo Parolini è stata pubblicata un'appassionata recensione del libro di poesie in dialetto budriese, "Le mani dell'anima", dell'autore e filosofo Claudio Tugnoli.   Leggi tutto....


Eventi passati 1

Claudio Tugnoli presenta Le mani dell anima a Trento

Al Centro Rosmini si terrà la presentazione della raccolta di poesie di Claudio Tugnoli. Vi aspettiamo numeosi! Scarica l'invito...»

Data evento: 25/05/2017


 

Recensioni

da
Gentile Professore, mi è arrivato, graditissimo, il suo “Le mani dell’anima” e non ho risposto subito perché ho voluto leggerlo. Pur conoscendo e avendo apprezzato gli altri due suoi precedenti, la bella sorpresa si è rinnovata. E non è stato in virtù della Pasqua. Ringraziando sempre per l’attenzione, le rinnovo i più sentiti complimenti per l’uso del dialetto e per l’alto livello delle sue “variazioni”. Tutte le lingue locali dell’area bolognese, fra le più sofferenti d’Italia, hanno un enorme bisogno di lavori come il suo! Con tutto il rispetto per i rimatori occasionali, i “zirudellai”, i poeti estemporanei, siano benedetti quelli che, come lei, sono in grado di offrirci composizioni alte, nobili, di elevato spessore culturale, usando il moribondo dialetto. Credo che la strada per ostacolare il regresso delle nostre lingue sia proprio questa: la qualità. L’equazione “dialetto uguale robaccia dozzinale” è tanto falsa quanto, purtroppo, diffusa. Chi è in grado di combatterla fa bene a farlo e sia benedetto. Se in futuro fosse in programma una presentazione a Budrio, e se la salute me lo permettesse, mi piacerebbe esserci per conoscerla, salutarla e, ovviamente, stringerle calorosamente… le mani. Ancora grazie, cordialmente – Luigi Lepri

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