Luftmeer
In questa terza raccolta di poesie Matilde Meazzi resta fedele alla sua peculiare percezione lirica delle cose, che lega l’osservazione partecipe della natura al tentativo funambolico di filtrarla nel tempo senza nessun ordine di priorità.
Così il decennio passato lontano dalla Liguria si traduce, al ritorno, in attimi d’intensa partecipazione a suoni e odori, fredde pozze d’acqua e muri scrostati, alghe flessuose e montagne a picco sul mare.
Per scivolare poi nelle nebbie mattutine, nella luce velata e in cieli più pallidi del mare, realtà esteriori che rispecchiano vissuti lontani o presenti, sovrapposti o intersecati, perché gli occhi e il tempo sono sempre i nostri.