Terra Australis Incognita

Terra Australis Incognita

€ 20,00

Terra Australis Incognita è un racconto autobiografico. L’autore, pur descrivendo con dovizia di particolari e coordinate geografiche i luoghi visitati, non racconta della navigazione in modo strettamente tecnico; suo interesse è piuttosto porre l’accento su quanto sia importante dar vita al proprio sogno e contestualmente elogiare il concetto di nomadismo; ove viaggiare fisicamente può rivelarsi spesso il miglior viaggio interiore. Non di viaggio come fuga. Così, a partire da ricordi di infanzia, Moreno racconta di ciò che ha fomentato la genesi, l’evoluzione e il cammino, sino alla attuazione del riprendersi la propria vita e non tradire il sogno del bimbo che fu. Dal 2005 scorrono le miglia sulla carena di “Fortuna”, sino ad approdare in Sud America nella Terra del Fuoco. Poi giunge il momento dell’Antartide, continente di una bellezza sublime e ostile, dove a volte il cuore sussulta, ove si ode il canto delle balene e talvolta si è testimoni di urlanti silenzi.

Pubblicazione
04/2012
Pagine
272
Formato
cm 14,8 x 21
ISBN
9788865371046
Categoria

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Moreno - 25 Mar. 2024
da FAREVELA.NET May 22, 2012 Roma – “Non è forse l’Odissea il mito di ogni viaggio?…Per noi ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea”. A scriverlo molti decenni fa Italo Calvino, uno dei più grandi narratori italiani del secondo ’900. E sembra aver preso le mosse proprio da questo aforisma il libro di Moreno Salvatore, “Terra Australis Incognita”, pubblicato da Edizioni del Faro: il racconto autobiografico del suo viaggio dall’Italia fino in Antartide. Il titolo rievoca la Terra Australis Incognita, un continente di cui si supponeva in passato l’esistenza per giustificare il necessario equilibrio fra il peso del continente euro-asiatico dell’emisfero settentrionale e quello, ipotetico, dell’emisfero australe. La definizione risalirebbe ad Aristotele, anche se fu il cartografo Tolomeo, vissuto nel I secolo a.C., a enunciare la teoria del “bilanciamento dei pesi terrestri”. Le prime mappe raffiguranti questo continente risalirebbero al periodo compreso fra il XV e il XVII secolo d.C. Per l’autore la partenza non ha rappresentato un’occasione di fuga da una realtà sentita come troppo alienante, quanto la possibilità di scoprire il proprio Es, il proprio io interiore. Per questo la narrazione non pone l’accento tanto sui contenuti strettamente geografici, come coordinate e dettagli paesaggistici che comunque sono raccontati, ma sull’importanza di dar vita al proprio sogno e contestualmente elogiare il concetto di nomadismo. A partire dai ricordi di infanzia, Moreno illustra i motivi e il percorso che lo hanno portato alla decisione “finale” di mollare gli ormeggi e partire a bordo della sua barca Fortuna. È il 2005. Lo scrittore e velista decide di salpare. Rotta: Terra del Fuoco, estremo lembo di terra nell’America del Sud condivisa dell’Argentina e Cile. Da qui il passo verso l’Antartide è breve. Così Moreno descrive l’impatto con il continente di ghiaccio: “È un continente di una bellezza sublime e ostile, dove a volte il cuore sussulta, ove si ode il canto delle balene e talvolta si è testimoni di urlanti silenzi”.

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