Questo libro vuole indagare sui luoghi comuni attribuiti all’acqua. L’acqua vista da una angolazione tutta particolare, a volte scomoda e controcorrente, guarda caso. L’autore non ha la pretesa di trarne conclusioni assolute. Lancia dei sassi nello stagno e lascia che le onde concentriche facciano il resto. Accompagna tuttavia il lettore in riflessioni che stimolano il dialogo e la condivisione. Aiuta a leggere tra le righe negli aspetti più vari. Tutto viene trattato con semplicità e ironia. Non mancano spunti di vita vissuta ed esperienze osservate negli anni. L’autore mantiene un equilibrio quanto più possibile obiettivo nell’analisi delle molteplici situazioni, evitando contrapposizioni e fornendo giustificazioni plausibili. Tutto viene filtrato attraverso l’osservazione del mondo “acquatico” con serenità e una buona dose di finta ingenuità. Tuttavia vengono anche proposti interrogativi. La formula è sempre quella della leggerezza e dell’ironia. L’autore non prende mai troppo sul serio quello che analizza e spesso recluta come interlocutore proprio il lettore. Lo trasforma per brevi momenti in protagonista. L’acqua per l’autore è al centro del mondo. Ma anche al centro di speculazioni, politiche di interesse e propagande tendenziose. Dalla nascita alla morte l’uomo ha bisogno dell’acqua per vivere. Non a caso le più grandi e prosperose città del mondo sono state costruite sulle rive di un fiume. La lettura risulta scorrevole, con intervalli spiritosi ed ironici proposti quasi con una cadenza ritmico/musicale.