Umberto Manfredini, vecchio medico in pensione, classe 1936, ha pensato di scrivere una specie di testamento spirituale che comprendesse l’amico di una vita, Giuseppe Galimberti, architetto. Di solito nessuno legge quelle che considera le lagne dei vecchi, ma è un peccato perché oggi pochi giovani hanno dei maestri con la voglia di trasmettere qualcosa prima di andarsene. I due protagonisti del racconto, due persone assolutamente reali, avrebbero voluto trasmettere valori e idee, evidentemente, però, non ci sono riusciti, forse perché persi dietro ai miti e ai sogni delle loro vite. I luoghi del racconto sono reali e molti li conoscono, invece alcune cose non sono vere, ma sono servite per poter giustificare l’invenzione letteraria.
Informativa
Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella cookie policy. Puoi liberamente prestare, rifiutare o revocare il tuo consenso ai cookie non strettamente necessari per il funzionamento del sito in qualsiasi momento, personalizzando le tue preferenze.
Puoi accettare tutti i cookie oppure chiudere il presente banner e accettare solo i cookie tecnici, oppure puoi personalizzare le tue scelte.