Sila, Agricoltura e Latifondismo: contesti, situazioni e problematiche calabresi dall’Unità d’Italia alla Riforma agraria
Fra le pagine epiche della storia dell’Italia meridionale non si può non ricordare quelle relative alle lotte agrarie. Nel Sud d’Italia, infatti, il Latifondismo, iniziato con la dominazione normanna, finì completamente solo con la Riforma agraria seguita ai “Fatti di Melissa”. Era il 29 ottobre del 1949 quando i celerini inviati dal Ministro Mario Scelba a Fragalà, nel Crotonese, spararono su alcuni contadini che avevano occupato delle terre incolte. Rimasero a terra Francesco Nigro, Giovanni Zito e Angelina Mauro che, dopo giorni di sofferenze, morì nell’Ospedale crotonese. La reazione popolare e di alcuni giornali nazionali a tale fatto di cronaca furono tali che il Governo della neonata Repubblica fu obbligato a dare risposte serie alle richieste dei “senza terra”. Sino ad allora, la lotta per la liberazione delle terre aveva sommato, per i contadini calabresi, tutta una serie di delusioni e di promesse non mantenute come quelle di Giuseppe Garibaldi che il 31 agosto del 1860 aveva firmato i cosiddetti “Decreti di Rogliano” che entusiasmarono i ceti popolari. A distanza di soli cinque giorni, però, Donato Morelli nominato dall’Eroe dei Due Mondi “Governatore generale della Calabria citeriore”, con altri decreti svuotò quelli firmati dello stesso Garibaldi. Tutto era tornato come prima.
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