“Il vuoto insopportabile, insopprimibile si faceva greve, piatto, plumbeo, fino a trasformarsi in lame taglienti, fragili come cristallo. Il legame affettivo verso la madre era indissolubile. Risollevarsi e obliare, riprovando a vivere, era un’impresa insormontabile, almeno Malika credeva lo fosse”.
Una storia attuale, tra viaggi disperati e imprese dettate dall’unione che solo amicizie enormi possono suggellare. Un destino che si rivela, infine, come dispensatore equo di gioie e dolori. Ognuno ha ciò che si merita.
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