Sara Conci

Sara Conci nasce a Trento nel 1988 e scrive da sempre.

Adora viaggiare, stare all'ariaaperta e incontrare persone.

'Aspettando te' è la seconda pubblicazione con Edizioni del Faro, dopo 'La forza di una madre' (2021). Nel 2016, la poesia 'Alla meravigliosa creatura che verrà' merita il 2° posto al "Primo concorso letterario Alto Adige" del Collegio delle Ostetriche. Nel 2018 è premiata al concorso di aforismi “Perle Quotidiane”. Tra le sue pubblicazioni: 'Poesie ed oltre' (Albatros; 2023) 'Racconti di un arcobaleno vagabondo' (Macabor; 2018), 'Tutto iniziò un giorno' (La mia creazione; 2012). Per Macabor ha curato 'Un magico e prezioso Natale' (2023). Diversi sono i suoi testi racchiusi in altre sillogi.

Propone laboratori di scrittura creativa ed emozionale; lavora spesso con i bambini, proponendo attività ludico educative perché è convinta che "per cambiare il mondo bisogna educare i bambini".

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LA FORZA DI UNA MADRE con Luciana Grillo, alla UBIK di Trento: un incontro ricco di confronto

In dialogo con Luciana Grillo e Edizioni del Faro alla Libreria Ubik Trento; 23.11.2023.

Onorata della calda accoglienza e della partecipazione attenta.

In questi giorni, tra le notizie che arrivano e il 25 novembre alle porte, il tema della violenza si trova più al centro del solito. Come ho detto anche ieri sera (e continuo a ripetere): dobbiamo però fare attenzione a non lasciar prevalere il giudizio e la rabbia di fronte a certe situazioni, dobbiamo dare più spazio e valore alle soluzioni. Altrimenti non si fanno passi avanti.

 

Ci sono degli equilibri tra l'uomo e la donna che rischiano di essere superati in senso opposto e, infatti, ci sono sempre più donne che temono o odiano gli uomini. Andando verso questa direzione nulla si risolverà. Dovremmo parlare dell'uomo e la donna 'insieme', di relazioni e rispetto reciproco, del potere che entrambi possono quando si uniscono.

 

Cercare colpevoli, dare giudizi, aggredire, auto convincersi di essere dalla parte giusta, non è sicuramente un segno di crescita né di evoluzione. E' un punto fermo. E ancora non lo abbiamo capito. Nonostante le tragedie che si ripetono, continuiamo a indignarci, ad accusare i tribunali e lo stato, a temere gli uomini perché sono maschi, piuttosto di fare il primo passo. Dobbiamo prima di tutto lavorare su noi stessi e fare qualcosa di concreto, invece di parlare. Dobbiamo cambiare la testa e il cuore profondamente, prima di cambiare le leggi. 

 

Al di là di tutte le notizie che arrivano, dobbiamo riflettere. Dobbiamo toglierci il giudizio di dosso e ascoltare. Dobbiamo anche lasciare spazio e voce ai giovani, confrontandoci con loro.

Ora, non giustifico alcuna morte per via della gelosia e la possessione, ma ribadisco: dobbiamo parlare di persone, senza distinzione. Dobbiamo educarci, per educare, tutti quanti. Tutti noi. E dobbiamo parlare tra uomini e donne, non lottare. Altrimenti generiamo nuovi conflitti. 

Impariamo ad ascoltarci e ad ascoltare veramente. E allora tutto cambierà.

 

Con affetto e sincerità,

Sara Conci

Inserita 5 mesi fa