Sara Conci

Sara Conci nasce a Trento nel 1988 e scrive da sempre.

Adora viaggiare, stare all'aria aperta e incontrare persone.

'Aspettando te' è la seconda pubblicazione con Edizioni del Faro, dopo 'La forza di una madre' (2021). Tra le sue pubblicazioni: 'Poesie ed oltre' (Albatros; 2023) 'Racconti di un arcobaleno vagabondo' (Macabor; 2018), 'Tutto iniziò un giorno' (La mia creazione; 2012). Per Macabor ha curato 'Un magico e prezioso Natale' (2023). Diversi sono i suoi testi racchiusi in altre sillogi.

Nel 2016, la poesia 'Alla meravigliosa creatura che verrà' merita il 2° posto al "Primo concorso letterario Alto Adige" del Collegio delle Ostetriche. Nel 2018 è premiata al concorso di aforismi “Perle Quotidiane”. 

Propone laboratori di scrittura creativa ed emozionale. Lavora spesso con i bambini, proponendo attività ludico educative perché è convinta che​​​ "per cambiare il mondo bisogna educare i bambini". 

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BISOGNA FARE EDUCAZIONE CONTRO LA VIOLENZA; una lettera a L'Adige

Gentile direttore,

leggo spesso lettere in merito alla violenza sulle donne e (ultimamente) sugli stupri.

E mi chiedo: perché non cambiamo il nostro punto di vista? Perché continuiamo a sbattere  la testa su certi orrori, invece di parlare di obiettivi, di progetti, di relazioni umane? Due anni fa ho pubblicato La forza di una madre - un libro\testimonianza che racconta vicende drammatiche, anche attraverso atti del tribunale e altre documentazioni, e ancora oggi mi sto impegnando a promuoverlo... non per la storia in sé ma, piuttosto, per spingere a guardare 'oltre', al di là della tragedia e al di là del passato: che mondo vogliamo, se guardiamo avanti? Ce lo chiediamo mai? Ecco, dovremmo pensarci ogni tanto. E dovremmo dedicarci agli obiettivi da raggiungere e ai progetti da creare. Dovremmo dedicarci all'educazione, soprattutto quella dei bambini e delle bambine. E dovremmo soprattutto creare incontri per l'uomo e la donna, insieme, non dedicati al solo genere. Perché, guardando ai fatti, si parla sempre di uguaglianza, ma si finisce ogni volta per creare gruppi divisi.

Che cosa stiamo facendo, di concreto e immediato, per contrastare questo male della società, ormai sempre più accentuato ad ogni età? Ce lo chiediamo mai? Io mi sto impegnando, nel mio piccolo, con progetti educativi, con 'percorsi di viaggio' dentro alle emozioni. Eppure, leggo sempre così tante (troppe!) parole di indignazione contro la violenza e le leggi volte a contrastarla, ma... che cosa si risolve con il risentimento? Invece di concentrarci sugli orrori già accaduti e sulle leggi dello Stato, dovremmo prima lavorare sulla nostra coscienza. Ed educarla. Per poi educare. Dobbiamo prenderci la responsabilità del cambiamento che vogliamo vedere 'fuori' e darci da fare per realizzarlo.

 

Grazie per l'attenzione,

Sara Conci

 

(L'Adige; il 5.10.2023)

Inserita 7 mesi fa