Pietrina Oggianu

Pietrina Oggianu nasce a Cagliari nel 1972. Nuorese d’adozione, ha vissuto nello storico rione di San Pietro. Proprio questi vicoli, case, mura dell’antico quartiere – che diede i natali a Grazia Deledda – danno alla scrittrice la “vena poetica” che negli anni la farà maturare come poetessa e scrittrice. Con il trasferimento a Roma, negli anni Duemila si distingue nel campo della poesia ottenendo diversi riconoscimenti. Nel 2016 si trova a combattere un nuovo nemico, subdolo e invisibile: le viene diagnosticata la fibromialgia. Come Pitty, la protagonista di questo racconto, affronta le vicissitudini della vita: forte e decisa, fragile e guerriera allo stesso tempo. La sensibilità, l’amore per il prossimo, per la vita, rendono Pietrina capace di trasmettere emozioni di una semplicità disarmante, dando al lettore un “nutrimento per l’anima”.

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Booktrailer "Avrei voluto urlare"

Questa romanzo  vuole essere la voce di tre milioni di persone per il 90% donne che soffrono di fibromialgia,  e la fibromialgia oltre a essere una sindrome da dolore cronico diffuso, devastante, subdola,  maledettamente  bastarda, è  anche una patologia che oggi ancora in Italia non è  stata riconosciuta e non rientra nei LEA " Livelli essenziali di assistenza " E sapete cosa fa tanto male? Fa tanto  male quando le commissioni di medici diventano cieche al tuo dolore ,loro osservano il tuo viso,  il colore del tuo rossetto, la tua camicia colorata, il tuo profumo,  le tue scarpe, il colore dei tuoi capelli, le tue unghie...si! Pure quelle, i medici osservano e vedono tutto tranne il tuo dolore. Tanti medici distruggono in un attimo il tuo sorriso, non lo accettano, non lo capiscono,, non può esserci,non lo vogliono  Quel sorriso che mostri e devi mostrare per forza ai tuoi figli  nonostante l'anima sia una cascata di lacrime. Loro non lo sanno che una persona fibromialgica,    scoppia a piangere tutti i giorni e all'improvviso anche senza un apparente motivo loro non lo sanno, che quel trucco nasconde le occhiaie di notti interminabili   passate ad abbracciare un cuscino, in lacrime e in silenzio pregando Dio  che   le conceda più forza per sopportare ancora e ancora  atroci dolori che picchiano su tutto il corpo. Si dice che le parole siano come il fumo, se le porta via il vento, gli scritti no! Quelli restano impressi nel cuore di chi sa amare.

La chiamano la malattia invisibile, la vogliono invisibile!  e noi facciamole vedere le nostre lacrime!...facciamogli vedere le nostre cadute in strada, facciamo vedere ai medici i nostri lividi,  quando le gambe non reggono un corpo che non vuole camminare,   facciamogli sentire le nostre grida di dolore quando ogni mattina il nostro corpo pare sia stato investito da un tir, non abbiate paura di piangere, non fatelo, piangete invece, piangete più forte e più  forte perché  siamo tante, e a testa alta poiché mostrare le lacrime non vuol dire essere commiserate, ma mostrare il proprio dolore con forza e coraggio ad una società che non vuole sentire.

La fibromialgia potrà averci tolto tanto... troppo... tutto! Ma non potrà mai toglierci la dignità. 

Lottate con me!

 

Inserita 2 anni fa