Matilde Meazzi

Matilde Meazzi, già docente di lettere e pubblicista, ha dedicato molti anni alla critica d’arte curando mostre e cataloghi di artisti nazionali e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige. È stata direttrice artistica della Galleria “Vega Spazio” di Trento proponendo esposizioni personali di artisti italiani e internazionali. Si interessa di Storia – in particolare del periodo che va dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento – e di Filosofia contemporanea.
Nel 2017 riceve il premio speciale “Norma Bortoli” per la poesia Valle dei Laghi, nella IV edizione del Concorso “Sulle ali del vento…”. Ha pubblicato nel 2015 la raccolta di poesie 21/12 marzo, nel maggio 2017 il saggio Il paesaggio condiviso, nel dicembre dello stesso anno il romanzo storico Evelina e il mondo che verrà, nel novembre del 2018 il saggio Siamo tempo, nel marzo del 2021 il romanzo storico La modista, nel marzo 2022 la raccolta di poesie Altre mappe.

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"Evelina e il mondo che verrà" di Matilde Meazzi per l'8 marzo alla libreria "La pulce d'acqua" di Lavis

Nella giornata delle donne, l'8 marzo, alle 18:15 ci troveremo alla libreria "La pulce d'acqua" di Lavis con Matilde Meazzi e Lia Nesler. Partendo dal romanzo epistolare "Evelina e il mondo che verrà" si parlerà della condizione femminile, di ciò che si è evoluto o involuto. Un dibattito che vorremmo condividere anche con un pubblico maschile.

Genova, 8 dicembre 1928
Cara Elvira,
oggi festa di compleanno! Tullio ha compiuto dieci
anni e mi sembra godere di maggior libertà di me!
Non credere che sia il solito lamento della sorella
maggiore. È davvero faticoso corrispondere sempre a
ciò che la tua famiglia vuole da te se sei donna! So che
siamo fortunate: possiamo andare all’Università, giocare
a tennis, andare in montagna o al mare, studiare
le lingue o il pianoforte. Ma, secondo te, è normale
che non possiamo invece fare praticamente tutte le
restanti cose importanti? Sulla carta potremmo, ma
in realtà il nostro destino è segnato. Questa mistificazione
di fondo non può che rendermi avvilita e triste.
La Bice, madrina di Tullio, sostiene che dal discorso
dell’Ascensione dell’anno scorso (26 maggio
1927, sull’incremento delle nascite) la nostra condizione
di donne è tragicamente peggiorata, vale solo
la donna‑madre che si sacrifica per il bene della famiglia
e della Patria. C’è stata una forte discussione a
questo proposito fra lei e mio padre, che al solito non
vede al di là del suo naso quando si tratta di Mussolini.

Inserita 5 anni fa